De-dollarizzazione anche per l’Europa? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Sullo sfondo del riarmo e della preparazione alla nuova guerra mondiale, che proseguono sia a Washington sia a Bruxelles, il Vecchio e il Nuovo Continente continuano a dividersi, rendendo sempre più marcata una tendenza avviatasi col ritorno oltreoceano dell’amministrazione Trump. È di questi giorni la notizia, lanciata dalla Reuters, secondo cui alcuni funzionari di banche e organi di vigilanza europei avrebbero messo in discussione l’affidabilità degli Stati Uniti per quanto attiene alla capacità della Federal Reserve di garantire rifornimenti di dollari in tempi di mercati probematici. Ogni scenario è stato vagliato, analizzato, studiato, compresa la sospensione totale dei sostegni in valuta statunitense, pur negandosi la presenza di qualsivoglia segnale concreto da parte della Federal Reserve o della BCE stesse, che non hanno risposto, come non lo ha fatto la Casa Bianca, a questa notizia. È comunque significativo che tali indiscrezioni si inseriscano in un contesto comunque contrassegnato da elementi di indiscutibile concretezza: il 18 marzo, ad esempio, il parlamento olandese ha visto svolgersi un dibattito incentrato sulla necessità di allontanarsi dalla dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti e di mettere anzi in sicurezza le tecnologie dell’informazione e della comunicazione dalle mire delle aziende americane. Sembra, dunque, che la tendenza all’emancipazione dal controllo unipolare ed egemonico di Washington, già in atto da tempo tra i Paesi in via di sviluppo e nell’area BRICS, si stia allargando all’Europa teoricamente più sviluppata, estendendosi anche qui al settore delle transazioni commerciali, dell’economia e della finanza. Tanti sono i cambiamenti ipotizzabili, perfino quello degli scambi attraverso le rispettive valute, il che indebolirebbe ulteriormente il dollaro sul mercato mondiale (esattamente ciò che Trump vuole evitare e che sottendeva alla sua minaccia di imporre dazi del 100% ai Paesi dei BRICS). Frattanto, continua anche lo scontro politico sotterraneo, caratterizzato dalle ingerenze sia di Washington sia di Bruxelles negli affari interni dei singoli Paesi europei: ieri sera è stata arrestata Evghenia Guţul, governatrice della regione russofona della Gagauzia, in Moldavia. Il suo arresto, effettuato all’Aeroporto Internazionale di Chişinau, si inserisce sulla falsariga di una condanna ricevuta nell’aprile dell’anno scorso per un’accusa di ricezione e contrabbando di – per tornare al primo tema – denaro russo per il suo partito dell’epoca (oggi fuorilegge). Ulteriori possibilità di scenari romeni? (JC)

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