Il Tazebao – Un grande hype, come si suol dire oggi, ha generato l’annunciata partecipazione di Fedez al congresso nazionale della giovanile di Forza Italia; un evento reso possibile dalla mediazione del Senatore Gasparri, con cui è improvvisamente “scoppiato l’amore” dopo anni di polemiche e attacchi (l’ultimo, quello da cui è nato tutto, alla Zanzara). La principale motivazione addotta per l’invito del rapper autore dell’inno del Movimento 5 Stelle è che «ha maturato molte riflessioni sul disagio giovanile»: emerge in tutta la sua chiarezza il tipico modus operandi della politica che un tempo si sarebbe detta “borghese”, laddove si pensa che parlare di un problema equivalga a risolverlo. Niente di più lontano dalla realtà, considerando che non solo non viene offerto alcun modello positivo alle nuove generazioni, dinanzi alle quali viene invece morbosamente indicato soltanto il “disagio”, quasi glorificandolo, ma che proprio questo è il sistema culturale creatosi contestualmente alla caduta, artificiosamente provocata, della Prima Repubblica. Un sistema che, tramite il berlusconismo di cui Mediaset è prima e storica bandiera, ha sottratto ogni funzione educativa ai nuovi mezzi di comunicazione di massa (esemplare l’epiteto dispregiativo di “sovietica” affibbiato da Cecchi Paone alla televisione della Prima Repubblica per evidenziare quelli che riteneva i “meriti” di Berlusconi nella sua trasformazione, in una puntata televisiva dedicata alla scomparsa del Cavaliere), promuovendo il mito dei soldi facili, il culto della stravaganza e dell’apparenza e della stupidità come pregio, la dissoluzione valoriale culminata nel “maranza” come Ultima Thule del modello di uomo-consumatore e giovane “figo” e alla moda diretto senza difficoltà verso il successo in ogni campo, dal fare soldi al conquistare donne. È su questo che bisogna interrogarsi, soprattutto se si dà credito al falso luogo comune secondo cui “i giovani non hanno più voglia di lavorare”. E chi, se non i più lontani dalle problematiche dei giovani, che non sono solo (seppur principalmente, vista la strage di diritti sociali conquistati negli anni ’70 che è stata portata avanti dalla fine della Prima Repubblica ai giorni nostri) lavorativi ma anche morali, sociali e spirituali, poteva proporre Fedez per rilanciarsi presso di loro? Un rapper, peraltro abbastanza mediocre, ormai passato di moda e che continua a far parlare di sé più per i suoi post su Instagram, i chiacchiericci, la storia e la separazione con Chiara Ferragni (della quale, per giunta, è stato chiuso il negozio romano di via del Babuino per «ristrutturazione aziendale», «liquidazione del marchio Fenice Retail» e «restyling completo dell’immagine del marchio») e i programmi che conduce, piuttosto che per le canzoni fatte uscire. Un’immagine che dunque ricorda l’ormai celeberrimo meme di Smithers dei Simpson col cappellino, appunto, da rapper: pietosa nella sua ridicolaggine. E che difficilmente risolleverà le sorti di Forza Italia, ancora orfana non tanto di Berlusconi, quanto dell’epoca, anch’essa trapassata, che l’ha prodotta.
(In copertina: Wiki Commons)