Il Tazebao –Contemporaneamente al vertice con Xi Jinping, su cui entrambi si sono espressi diplomaticamente bene nonostante la fredda accoglienza dal presidente cinese e l’assenza di qualsivoglia conferenza stampa o accordo concreto, Trump ha affidato al suo prediletto Truth Social uno sfogo circa i suoi timori per i test nucleari che, a suo dire ma senza fare né nomi né cognomi, «altri Paesi» starebbero conducendo. Ha quindi dato istruzione al Dipartimento della Guerra di riprendere a sua volta quelli statunitensi, con effetto immediato e includendo «il rinnovo e la modernizzazione» delle armi atomiche esistenti. Da Mosca hanno tuttavia colto l’antifona, riferita ai recenti collaudi del Burevestnik (“Hydrobates”), missile da crociera intercontinentale a propulsione nucleare in grado di colpire bersagli a 14.000 chilometri di distanza, e del Poseidon, sottomarino autonomo anch’esso a propulsione nucleare. Idem, su altri fronti, il recente test nordcoreano di una serie di missili da crociera strategici superficie-superficie. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, è intervenuto affermando che le informazioni sui test di questi due armamenti erano state correttamente comunicati a Trump e che non si è trattato di attività strettamente legate all’uso dell’energia atomica in senso militare, e ricordando come tuttavia gli Stati Uniti non abbiano mai notificato alla Russia i test nucleari propri. Putin ha avvertito che qualunque violazione da parte americana della moratoria sull’atomica verranno contrastate da «adeguate contromisure», pur lasciando aperta la porta al dialogo e ai negoziati. E forse questo spiraglio è ciò che per il momento scongiura l’avvicinamento di un conflitto atomico diretto tra le superpotenze: la Cina, intanto, si sta già avvicinando e, si dice, raggiungerà le 1.500 testate da qui a dieci anni. (JC)




