Il Tazebao – In un recente Tazebao del giorno, abbiamo già fatto una breve panoramica della situazione nel Caucaso. L’Armenia, in particolare, sta vivendo ogni giorno di più sulla sua pelle le contraddizioni della sua posizione geopolitica, tradizionalmente vicina alla Russia (per storia e religione, ma anche per interesse strategico) ma guidata, dal 2018, dal governo filoamericano di Nikol Pashinyan. La doppia sconfitta nelle due guerre del Nagorno-Kharabakh, nel 2020 e nel 2023, ha grandemente indebolito la sua posizione: la Repubblica dell’Artsakh è stata sciolta e integrata nella Repubblica dell’Azerbaigian all’inizio di quest’anno e, non paga, quest’ultima si è fatta recentemente assegnare quattro villaggi sul confine. La Russia, che manteneva una forza di peacekeeping nella zona, ne ha completato il ritiro in questi giorni, dopo averlo iniziato a seguito della vittoria azera nella guerra del settembre 2023 e il riconoscimento stesso della sovranità di Baku sul Kharabakh, e ha inoltre ratificato un accordo di libero scambio tra l’Iran e l’Unione Economica Eurasiatica. Pashinyan ha conseguentemente ventilato con maggior decisione l’uscita dell’Armenia dall’OTSC (Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva, alleanza militare formata nel 1992 tra Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan), mentre gli Stati Uniti elevano i loro rapporti con Yerevan a una “cooperazione strategica”, la Francia si prepara a stazionare un contingente di truppe nella base di Gyumri, dove alloggiavano prima le forze russe, e, sullo sfondo, il Regno Unito si è mosso analogamente nei confronti del Kazakistan, della cui vita statale hanno ora accesso a ogni ramo, esclusa la difesa. In Armenia continuano le proteste contro la svendita del territorio da parte di Pashinyan, ma anche le reazioni di Iran, Turchia e Azerbaigian vanno tenute d’occhio. Mala tempora currunt, sed peiora parantur. (JC)
Tra un’emoji e l’altra, l’UNIFIL è di nuovo sotto attacco. Il Tazebao del giorno (extra)
Il Tazebao – Mentre la politica italiana ed europea è riuscita a ritagliarsi un cospicuo lasso di tempo per augurare