Il Tazebao – Il caos dilaga anche nel cuore dei Caraibi. Il primo ministro haitiano (non eletto), Ariel Henry, si dimetterà nel momento in cui si insedierà un consiglio di transizione provvisorio a seguito del caos che ha sconvolto il Paese nei giorni scorsi. I gruppi criminali armati evasi dalle carceri – circa 4.500 detenuti sembra vi sono riusciti – controllano già, secondo notizie di sabato, l’80% della capitale Port-au-Prince; nel mentre, le ambasciate straniere stanno evacuando e si sta discutendo la possibilità di un intervento esterno, internazionale ma non ad opera dell’ONU (screditata nel Paese per aver portato un’epidemia di colera al tempo della MINUSTAH), per ripristinare la calma e aiutare le autorità a riprendere in mano il Paese. Il primo ministro stesso ha lasciato Haiti rimanendo a Puerto Rico, mentre le bande hanno liberato i detenuti dalle carceri e incendiato il Ministero dell’Interno, attaccato l’aeroporto internazionale e tentato di impadronirsi del Ministero dell’Istruzione e della Corte Suprema. Tale situazione è il risultato di un attacco coordinato da parte delle bande contro le istituzioni nazionali haitiane, per far cadere il governo e prendere il potere, in opposizione all’ipotesi di intervento esterno che sarebbe guidato per ora dalle truppe keniote. (JC)
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