Il Tazebao – In mezzo al marasma di instabilità e attentati (ultimo quello di Trump, su cui Il Tazebao è intervenuto brevemente ma magistralmente ieri), si registrano avanzamenti della causa popolare e dei tentativi, sempre più rari, di difendere una pace sempre più evanescente: la postura assertiva della Bielorussia a difesa della propria sovranità ha fatto desistere l’esercito ucraino dai suoi tentativi di provocazione e invasione, mentre in Kenya, a seguito delle feroci proteste popolari, Ruto ha sciolto l’intero governo. Ma la tendenza generale principale si palesa con maggior chiarezza in Europa: per aver cercato una mediazione tra Russia e Ucraina incontrando sia Putin che Zelensky, oltre ad aver parlato del tema della guerra con Xi Jinping e Trump per affievolire le tensioni, all’Ungheria di Viktor Orbán è stato impedito di presiedere la prima seduta del Consiglio d’Europa di cui detiene adesso la presidenza. Tranne la Slovacchia, tutti le si sono schierati contro, nonostante Orbán stesso non abbia mai detto di aver intrapreso questo viaggio diplomatico a nome dell’UE o della NATO. Ciò dimostra chiaramente la precisa volontà occidentale di andare alla guerra e il venir meno dei vecchi meccanismi di mediazione, di cui un altro Paese tricolorato in verde, bianco e rosso era un tempo punta di diamante. È notizia freschissima, mentre scriviamo, l’organizzazione di un incontro dei ministri degli Esteri a Budapest per il 28 agosto, ove Orbán presenterà il piano di pace da egli appena inviato ai leader dell’Unione Europea. (JC)
Non solo un anno “di transizione”
Nonostante un Natale in sordina e una crisi che morde tutti, quello che ci accingiamo a vivere insieme è un