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Attivisti, intellettuali, filosofi: avete rotto i coglioni

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Il Tazebao – Detto con una punta di affetto, ma poco poco. Si parla ovviamente di una categoria specifica dei soggetti in questione, quelli che si escludono dalla militanza o dall’appoggio politico, seppur conducano una personalissima lotta politica al singolare. Senza voler scendere troppo nei particolari del problema degli “uomini soli” (ma anche donne), su cui mi sono più volte soffermato, entriamo nel merito della questione. In cosa avrebbero rotto i coglioni? Perché sono così cattivo con loro?

Il problema principale dei soggetti in questione è la concezione contro-organizzativa, l’idea di organizzare attivamente qualcosa di plurale gli crea reazioni allergiche, dando perciò il via a varie prassi limitate nel tentativo di fare quadrare il cerchio. Tuttavia, detto fra noi, se il problema si stringesse attorno al singolo avventuriero solitario, il cowboy di Sergio Leone della politica, potremmo anche chiudere lo scritto qui. Il problema è l’impatto che esercita questo modo di agire sulla massa, che si sente perciò autorizzata a frammentarsi a sua volta in una serie pressoché infinita di personalità, a danno del movimento di classe nel suo insieme. È una cosa cristallina che senza organizzazione, intesa nel senso pratico e giuridico del termine, come unione di persone sotto ad un’idea e un simbolo, non si possa concretizzare assolutamente nulla. Quindi qualsiasi persona secondo questa concezione può guidare la lotta politica, non sapendo in che direzione andare (un po’ come il nostro Riccardo di York), o giochi a fare la casata medievale col simbolino che a stento copre fratelli e cugini, o vecchi compagni di scuola.

Il poco poco affetto, la punta di cui parlavo all’inizio, è più una domanda spontanea che mi viene da fare: ma non lo vedete che non vi ascolta realmente nessuno? Certo, comprano i vostri libri, guardano i vostri video, mettono mi piace ai vostri post, ma nessuno di loro è disposto a seguirvi e ve lo dimostrano con la noncuranza con cui puntualmente disertano quello che fate (o cercate di fare) nel concreto finendo sempre ad essere da soli, quando vi passano davanti come se foste trasparenti e ci rimanete male, per poi scrivere che avevate davanti centinaia di persone senza mezza foto a dimostrarlo, giusto per avere quel motto di spirito che vi fa sentire leggermente più vivi. Per carità, potete anche rifuggere la “tirannia delle plebi”, ma se nessuno vi segue (dico, fisicamente, non sui social) a che serve quello che fate? Non siete eroi romantici, non siete cavalieri erranti da una parte e non siete bolscevichi nati nel periodo sbagliati dall’altra, tutti abbiamo bisogno di compagni con cui combattere le nostre lotte, e se non ne trovate che non siano su gruppi virtuali o affini bevitori di birra è perché vi mancano o capacità o idee chiare, spesso entrambe. Non ho mai sentito persone nei contenuti più incerte delle proprie idee di chi si atteggia a fanatico difensore e studioso delle proprie.

La fine naturale di questi soggetti è la prostituzione, e lo abbiamo visto con vari esempi di “non allineati” passati e presenti, finire in balia del mercantilismo delle proprie idee, o peggio, fare la sponda elettorale per qualcosa di pienamente parlamentare. Perché finisce l’illusione, ma non si vuole ammettere a quelli che ce lo hanno detto e ci hanno avvertito che sarebbe andata così, e come altro poteva andare? Il colpo di Stato da soli? La guerra popolare formato famiglia? La guerriglia partigiana del collettivo liceale?

Quest’epoca ha visto nascere il fenomeno del larping, ma probabilmente, se continua così lo vedrà anche fortunatamente morire.

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