Il Tazebao – Nella nuova Siria riabilitata dagli Stati Uniti e dall’Occidente, a poco è servito l’onore, per Ahmed al-Sharaa, di essere stato il primo presidente dell’ex provincia romana ricevuto alla Casa Bianca: ad Aleppo, dove quasi un anno esatto fa le sue truppe sfondarono e conquistarono la prima vittoria contro un Esercito Arabo Siriano ormai completamente infiacchito e già allo sbando, la giornata di ieri ha segnato il quarto giorno di proteste antigovernative. La situazione di anarchia vigente dall’8 dicembre 2024 ha spinto diversi residenti locali fin sotto il palazzo del Ministero della Giustizia per chiedere la restituzione delle proprietà usurpate dai continui saccheggi delle varie bande armate che, come in Libia, hanno preso a imperversare su tutto il territorio controllato dall’ex Hayat Tahrir al-Sham. Con la differenza che il governo di Damasco deve fronteggiare anche l’occupazione curda, con la quale ogni accordo è stato tanto enfaticamente annunciato quanto prontamente disatteso (nuovi attacchi da parte delle Forze di Autodifesa Siriane nelle aree di Raqqa e Maadan, in quest’ultimo caso con l’uccisione di due soldati dell’esercito regolare), e, soprattutto quella israeliana. Particolare scalpore ha infatti suscitato la visita effettuata l’altro ieri da Benjamin Netanyahu nei territori occupati del Golan, di cui Al-Sharaa continua da qualche settimana a chiedere la restituzione secondo i confini precedenti alla sua stessa conquista di Damasco e alla caduta di Assad. La Siria ha infatti denunciato l’illegalità di tale visita (ma illegali sono anche i saccheggi nelle case effettuati l’indomani, nella vicinissima cittadina di Tafas, dalle Forze di Sicurezza Interna siriane) e, a quanto viene riportato, si starebbe cercando un accordo nientepopodimeno che con la Federazione Russa per disporre una forza di peacekeeping che possa fungere da cuscinetto e scoraggiare ulteriori espansioni da parte di Israele. Trenta veicoli russo-siriani hanno infatti effettuato un giro di perlustrazione nella regione meridionale del Paese, da Daraa a Quneitra, il primo del suo tipo dalla fine del governo baathista. Vale la pena notare che per i russi si tratterebbe di un ritorno, in quanto forze di polizia erano già dispiegate in quelle zone prima del 2024: la questione, non nuova, sarebbe sul tavolo già da agosto. (JC)




