Il Tazebao – L’80ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che prende l’avvio oggi avrà un particolare significato non solo per l’autorizzazione ufficialmente concessa allo Stato di Palestina di prendervi parte (la votazione di venerdì ha visto 145 favorevoli, 6 astensioni e solo 5 contrari: Stati Uniti, Israele, Nauru, Palau e Paraguay), ma anche per un ospite d’eccezione: il presidente ad interim siriano Ahmed al-Sharaa, giunto due giorni fa a Washington accompagnato da quattro ministri per discutere la ripresa dei rapporti tra Siria e Stati Uniti, macro-questione che include anche la riapertura dell’ambasciata di Damasco nella capitale a stelle e strisce, e si dirigerà poi a New York per parlare alle Nazioni Unite. Già issata la bandiera del nuovo regime nello stabile di quella che diventerà la rappresentanza diplomatica dell’ex colonia romana, non è passata inosservata la curiosità storica per la quale al-Sharaa è il primo presidente siriano a recarsi negli States dopo 58 anni: l’ultimo fu, infatti, Nureddin al-Atasi, in carica dal 1966 al 1970 e detronizzato poi da Hafez al-Assad. Oltre a questi onori e queste rimembranze, vi sono però lati oscuri, problematiche e contraddizioni che il fu Abu Mohammad al-Jolani ha lasciato in patria partendo per il Nord America: sotto Assad figlio è quando si sono tenute le ultime elezioni (26 maggio 2021), che di rinvio in rinvio sono adesso programmate per il 5 ottobre. Vi sono parecchi dubbi sulle metodologie seguite: il Parlamento, ad esempio, è stato già formato, sulla base di una Costituzione che dà al presidente la facoltà di nominare un terzo dei deputati, lasciando la nomina degli altri due ai comitati elettorali, la cui composizione è però influenzata da uomini di fiducia del presidente stesso. Sul campo di battaglia, mentre il nuovo esercito è stato costretto a ritirare le armi pesanti dalla provincia di Daraa la settimana scorsa, a Suweida il governo centrale si è accordato per una spartizione di potere con Stati Uniti e Giordania e vicino Aleppo si sono verificati scontri con le forze curde, che hanno avuto la meglio dopo essersi peraltro espanse, nei mesi scorsi, oltre l’Eufrate: sono ancora occupate Maskanah e Deir Hafer, saldo il controllo sulla città aeroportuale di Al-Tabaqah. Israele continua la sua offensiva a sud e il 17 settembre, assaltati gli insediamenti di Khan Arnabah e Jubata Al-Khashab nella provincia di Quneitra, hanno arrestato quattro uomini. E se trova conferma la voce secondo cui i servizi segreti di Iraq e Siria avrebbero sventato un complotto per assassinare proprio al-Sharaa, la situazione potrebbe essere peggiore del previsto. (JC)

Clamoroso al Palazzo di Vetro: Trump fa dietrofront sull’Ucraina. E a Sebastopoli arriva una nave cinese. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – L’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha visto decisamente più di un colpo di scena: merita una